Dopo un anno di esperienza in Unite, abbiamo intervistato Christel Constant, Managing Director e responsabile delle aree Marketing, Sales e Customer Success. Il focus principale delle sue attività è soddisfare tutte le esigenze dei clienti, e la sua dedizione ci ha aiutato a creare relazioni commerciali solide e durature con molteplici aziende di settore. Oltre agli eccezionali risultati ottenuti in campo professionale, Christel è un esempio da seguire per la resilienza, la competenza e l’empatia dimostrate.
Quali consigli vorresti dare a chi decide di assumere un ruolo di leadership?
Essere un leader significa essere una guida per le persone. Pertanto, è necessario avere un interesse reale per le loro qualità e i loro obiettivi, al fine di accompagnarle nella crescita e aiutarle a diventare la versione migliore di se stesse. È questo che ci rende umani. Per crescere, dobbiamo identificare i punti di forza e di debolezza, e capire in che modo possono favorire o rallentare lo sviluppo personale e professionale. Inoltre, dobbiamo essere consapevoli delle nostre qualità e di come vengono percepite dagli altri.
Conoscere se stessi è la chiave per i ruoli di leadership. Avere dei valori e delle convinzioni solide permette di superare i momenti difficili e di prendere decisioni complesse sapendo che saranno sempre i tuoi principi a guidarti. È un percorso che richiede pazienza, perché tutte le storie di leadership credibili e autentiche hanno bisogno di tempo. E il cammino sarà costellato sia da lezioni difficili da apprendere, sia da grandi soddisfazioni. Vivendo e sostenendo i propri valori, un leader può diventare un modello e motivare gli altri a fare lo stesso. Per questo affidarsi ai propri principi è fondamentale per costruire rapporti di fiducia ed essere credibili.
In qualità di Board Member e Managing Director di Unite, in che modo prendi le decisioni? E come ti assicuri di fare sempre scelte informate?
Nel mio ruolo mi viene spesso richiesto di affrontare molte sfide correlate l’una all’altra, e in molti casi è necessario ripensare e rivedere radicalmente i processi. In Unite, adottiamo sempre un approccio collaborativo e ascoltiamo tutte le idee dei colleghi: diamo molta importanza alla conoscenza e all’esperienza dei nostri team.
Mi approccio al mio ruolo e alle decisioni da prendere facendo domande. Bisogna sempre ricordare la storia aziendale e come la visione dei fondatori e degli stakeholder è cambiata nel corso degli anni. Per concludere, per prendere decisioni informate occorre analizzare le ipotesi, verificare le conoscenze empiriche, valutare i risultati e trarre le conclusioni. Sono fortunata a far parte di un consiglio direttivo che incoraggia la condivisione di opinioni e a esprimere le proprie idee liberamente. Credo che questi siano i fondamenti necessari per sviluppare un pensiero critico.
In che modo collabori con gli altri membri del consiglio direttivo e i responsabili più senior per garantire che l’esperienza utente sia sempre al centro delle priorità aziendali?
Unite ha influenzato radicalmente i servizi di e-procurement in Europa grazie alla sua esperienza ventennale e alla sua presenza in 14 Paesi. Anno dopo anno, abbiamo stabilito e rafforzato le nostre collaborazioni con buyer, fornitori e partner. Recentemente, il mondo del procurement, i processi legati alla supply chain e le esigenze dei consumatori sono nuovamente cambiati, e questa tendenza è sempre più in aumento a causa della volatilità e l’incertezza dei mercati. Con ciò, sono emerse anche nuove complessità da risolvere. Per questo, per mantenere un posizionamento solido e rafforzare le partnership, è importante che l’esperienza utente sia sempre al centro delle nostre priorità. Il cliente è il punto focale delle decisioni legate ai prodotti, ai servizi e alle esperienze. Ci impegniamo per capire e anticipare le necessità dei nostri utenti e per soddisfare le loro aspettative. È una mentalità e un’attitudine che richiede molta empatia e collaborazione.
Quale consiglio daresti alle aziende che vogliono iniziare a creare un ambiente di lavoro diverso, equo e inclusivo?
Si può migliorare tutto quello che si misura. Il mio consiglio è quindi quello di analizzare il punto di partenza prima di concentrarsi sulla strategia. Uno degli aspetti da considerare è certamente quello demografico e di genere: nel corso degli anni, il personale è cambiato, o è solamente una rappresentazione della comunità locale? La diversità è fondamentale per creare un ambiente equo e produttivo. Come leader, ho più volte constatato la ricchezza della diversità nei team, sia essa derivata dal genere, la cultura, l’età o le esperienze vissute.
Più del 50% dei dipendenti di Unite sono donne e vogliamo dare sempre più spazio alle esperte del settore IT. Anche a livello manageriale, il 30% è composto da donne. Siamo un’azienda tedesca, ma il 22% del nostro staff è formato da persone di 40 nazionalità diverse. Per quanto riguarda l’età dei dipendenti, bilanciamo bene esperienza e novità, promuovendo la collaborazione intergenerazionale e le opportunità di mentoring per supportare i colleghi più giovani nella loro crescita lavorativa.
In ogni caso, è importante sottolineare come per creare un ambiente inclusivo non sia sufficiente assumere personale con background ed esperienze diverse. Essere inclusivi significa creare un luogo dove ognuno possa sentirsi rispettato e valorizzato. Uno dei valori di Unite è proprio la diversità: ogni persona è unica e crediamo che questo ci renda più forti, innovativi e pronti ad affrontare le sfide che il futuro ci riserva.